A Siviglia Checco mi ha portato nel bar perfetto. Solo un bancone e neanche uno sgabello: essenziale, onesto, puro. Dietro al bancone un uomo che a guardarlo ti incanta e tutto coincide, anche le luci al neon. La polvere centenaria sulle bottiglie la in alto verso il soffitto, le guance rosa della barba appena fatta del barista timido. Il legno imbevuto di chiacchere, alcol e fumo è immobile, un profumo piacevolmete stagnate, magico.
In questo storico bar di Siviglia, la leggenda narra che il proprietario, ultracentenario, sia morto mentre spinava una birra. L'uomo col camice bianco, le maniche della camicia arrotolate e una faccia che non potrebbe stare in nessun altro posto del mondo se non dietro quel banco è il figlio. Fuori non c'è nessuna insegna e il bar non ha orari. Il figlio apre quando ha voglia e forse solo in memoria di suo padre.
grande, bellissimo post! anche mopi ne sarà orgoglioso!!!
RispondiEliminaNicola
Purtroppo la volta che Checco mi ci ha portato ho trovato chiuso...me lo aspettavo proprio come da te splendidamente descritto!
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