giovedì 1 luglio 2010

Il barbiere di Lisboa

Mentre sto passeggiando per le rilassanti quanto ripide strade di Lisbona, mi soffermo a guardare i prodotti stinti dal sole esposti nella vetrina di un barbiere. Sono lozioni fuori moda da tempo, sicuramente fuori uso dal tempo. Spio con curiosità all'interno e ci sono due anziani signori in camice con doppio petto azzurro che leggono il giornale. Non sono seduti sulle poltroncine per i clienti, ma su quelle dietro, quelle per l'attesa del proprio turno. Non c'è nessun cliente. Entro, saluto, mi porto una mano sulla faccia e indico la barba, indico che mi voglio tagliare la barba. Il primo mi guarda e mi manda dal collega al suo fianco e riprende a leggere il giornale. Il suo collega si alza, si avvicina alla poltrona, me la gira per farmi accomodare e poi mi accomoda tutto quanto: camice attorno al collo, bavaglio ben chiuso, mi regola l'inclinazione del poggiatesta...
C'era una lentezza nei suoi movimenti che all'inizio mi agitava, lo guardavo con curiosità, ammiravo l'esperienza dell'atteggiamento, ero rilassato ma non a mio agio. Poi ha iniziato a insaponarmi il viso con il pennello e ho rivolto lo sguardo al soffitto e mi son messo a fissare le pale del ventilatore mentre con delicatezza mi scioglieva con tonde pennellate bianche.
Non ha affilato la lama del rasoio sulla striscia di cuoio come mi sarei aspettato e come avrei voluto, ma quando ho sentito quel rumore di barba che si taglia ho capito che era un momento che aspettavo da tutta la vita. Le pale del ventilatore giravano, ero al sicuro mentre la radio dava "sound of silence", lo giuro. Poi ho chiuso gli occhi. La canzone dopo era di Nicola di Bari e ancora morbido di rasoio delicato. Poi lozione che brucia ma che fa la sensazione di star bene e schiaffetti sulle guance di ben servito. Era la prima volta che mi facevo radere da un barbiere, ma lo avevo sempre sognato.

1 commento:

  1. Ciao Grandissimo,
    vedo che procede tutto bene e soprattutto vedo che molto, direi tutto, è lasciato al caso (come è giusto che sia!!!).
    Le tue mini-storie sono davvero belle, si riescono a "respirare" anche da qui: ho sentito chiaramente anch'io il rumore della barba tagliata da quel rasoio e ho visto altrettanto chiaramente gli sguardi furtivi che da dietro il giornale ti lanciava l'altro barbiere chiedendosi chi era quel biondo ragazzo seduto sulla poltrona del suo negozio. E quelle pale, quanto andavano lente quelle pale?
    Ecco, vedi, mi sono immedesimato...merito tuo Grandissimo!
    Ah, quasi dimenticavo....urge assolutamente una tua foto "lisbonamente rasato"...è d'obbligo mi raccomando!
    Un inchino a te

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