lunedì 25 ottobre 2010

Non ci son più le mezze stagioni...ma ancora le frontiere

Son partito da Istanbul il 22 mattina per una serie di motivi che non vi racconto perchè altrimenti diventerei noioso come una messa cantata, ma riassumendo: alloggio, tempo (meteorologico) e sbattimenti vari mica da poco.

Punto la Bulgaria senza ombra di dubbio. Per passare la frontiera quasi non mi tolgo il casco da quanto è facile e veloce.
Il clima è di quelli belli frizzanti, ma non ancora rigidi. Vento e intorno ai dieci gradi. Ho voglia di vedere la costa del mar Nero...quella riva di Varna mi ha incuriosito molto e punto subito da quelle parti, ma la Bulgaria non è un paese di mare, la Bulgaria è verde e in questo periodo ha i colori dell'autunno.


Giringiro un po', la prendo larga (come ho sempre fatto in questo viaggio) e a volte batto i denti altre il sole mi riscalda un pochino. Riparto la domenica mattina da Velico Tarnovo con un “clima di campane e non è neanche male” e raggiungo la capitale Sofia in serata evitando quasi sempre le strade principali.
La gente nei paesi è tutta intenta a far legna per l'inverso. Boscaioli, asce, accette, seghe elettriche e profumo di legno bagnato.
Da Sofia c'è tutta autostrada fino a Belgrado. Se non è necessaria l'autostrada la evito sempre. Entro in Serbia e compro una mappa...vecchia che non è segnato il Kosovo...(averlo saputo subito). Per non fare autostrada mi dirigo verso Pristina e dalla Serbia in poche ore mi ritrovo in Kosovo, dove prendo anche un cazziatone perchè non mi fermo alla frontiera e tiro dritto. Il discorso è che io mica l'avevo capito che quella era la frontiera.

Mi ferma la polizia dopo quindici chilometri. “Perchè non ti sei fermato in frontiera?” mi chiede, Ma era una frontiera quella? (penso) “Perchè non c'era nessuno” dico. “Ma come non c'era nessuno”, sempre con sti fucili che puntano. “Al momento sei un illegale in Kosovo, torna indietro e fatti timbrare il passaporto”. Torno indietro (e piove) e trovo tutti ad aspettarmi, come ad una festa, ma facce serie. Le stesse domande. Ma io vi giuro che non c'era nessuno quando son passato...e vi giuro anche che non avevo capito di aver passato la frontiera tra Serbia e Kosovo. La polizia serba mi aveva fermato poco prima, certo, ma pensavo fosse un controllo come tanti altri...mica ho visto cartelli di frontiera io. Una risata, una stretta di mano e via cantando.

Stanotte a Prisitina, domattina si ritorna in Serbia e al nord verso Belgrado.

A tutti, a presto, a giorni sarò a casa.

7 commenti:

  1. "...vent'anni di galera dovrebbero darti!..."
    Claudio

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  2. allora Serbia hai deciso.....bene bene dai che sei quasi alla meta......se non fai altre deviazioni........

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  3. Come ti senti?
    Prevale la contentezza di tornare alle abitudini, alle vecchie faccie, alla comodità... o prevale quel senso immensamente malinconico di "fresta che sta finendo?" di "finisce l'estate e domani si torna a scuola"?

    Cocco.

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  4. Per fortuna ho visitato il blog! queste azioni contro la polizia ..soprattutto di frontiera mi appassionano come sempre. prima di tornare alla vita "normaloide" di suggerisco un passaggio a Ljubljana vale la pena allogiare qui http://www.souhostel.com/ e poi visita la metelkova!!!!
    Alles Gute

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  5. Ciao Grandissimo,
    è proprio un peccato sai....se arrivavi a Belgrado un paio di settimane fa avresti trovato un pulmann che ti portava diretto a Genova e avresti conosciuto un simpatico ragazzone, Ivan, che ti avrebbe tenuto compagnia!!!!

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  6. Aelita, Princess of Mars26 ottobre 2010 alle ore 17:34

    forse il Kosovo non esiste ancora, per i serbi!No?Anche se i Kosovari in Montenegro avevano già pronta la targa europea...Ripassi da Ivan a Ljubljiana?Dai, speriamo! Salutalo tanto!Lui sa che lo pensiamo sempre! ; ) Lui e i suoi cassetti! ah ah ah

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  7. Cocco, esattamente non so come mi sento...per ora tremendamente infreddolito e bagnato. Però mi piace l'immagine di "finisce l'estate e domani si torna a scuola".

    Non so se mi fermerò a Ljubljiana, ci son già stato...oggi troppo freddo e acqua.

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